L’abitato è coronato da una bella pineta e immerso nel verde, su terreno in forte pendio. Le vie principali, con belle pavimentazioni in acciottolato o lastricate, si snodano secondo le curve di livello, su piani sfalsati, mentre strade secondarie ripide e contorte si arrampicano trasversalmente verso la parte alta del paese, offrendo suggestivi scorci con le caratteristiche costruzioni in conci di granito con elementi strutturali a vista, mostre alle aperture, belle architravi decorate in cui compaiono motivi arcaici o iscrizioni, antichi infissi lignei ancora ben conservati, realizzati secondo un disegno originale; in piccoli slarghi o ai crocicchi si trovano interessanti fontane di differente fattura. Agli edifici in pietra a vista si alternano palazzetti neoclassici con eleganti facciate e ricercati elementi decorativi e alcune interessanti costruzioni d’inizio secolo con motivi di gusto liberty.
Il significato del nome Pattada sarebbe quello di altipiano panoramico. In età medievale viene riportato nelle forme Bossada/Possata/Posada. Il suo territorio fu popolato fin dalla preistoria. Il paese quasi certamente si sviluppò da tre nuclei molto antichi. Durante il periodo medievale fece parte nel Giudicato di Torres della Curatorìa di Lerron che in seguito fu occupata dal Giudice d’Arborea. A partire dall’occupazione dell’Isola da parte dei Catalani-Aragonesi il paese legò la sua storia alla Signoria di Oliva fino al 1843. Pattada, facente parte delle diocesi di Castro, fu anche sede di pievania.